Non vogliamo fare nessun allarmismo, ma una corretta informazione sulla nuova epidemia alimentare che sta colpendo l’Europa. Parliamo della
Listeria, un batterio la cui contaminazione sta interessando da diversi anni alcuni Paesi europei.In Ungheria il mais e, forse, altri ortaggi surgelati prodotti da un’azienda del Paese sono la probabile fonte di un focolaio che, dal 2015, ha provocato 47 casi, tra cui 9 morti in 5 Paesi europei: Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito.
L’allerta ora è arrivata anche in Italia, dove in via precauzionale sono stati ritirati alcuni lotti di verdure e minestroni surgelati; ma come ribadito dal nostro ministero della Salute, la situazione sarebbe “contenuta” e in sostanza non preoccupante. Le partite di verdure a rischio presenti nel nostro Paese sarebbero “pochissime” e non sarebbero più sul mercato. Al momento, come annunciato dal ministro della Salute Giulia Grillo, in Italia non risulta nessun focolaio di infezione.
Ma cos’è la Listeria
È resistente, prospera con il caldo ma resiste anche al gelo, tanto da sopravvivere anche in alimenti surgelati. Il suo nome è Listeria monocytogenes ed è causa dell’infezione listeriosi, potenzialmente mortale. È generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti (tossinfezioni alimentari). Nonostante evidenze della malattia siano state descritte fin dalla fine dell’800 in diverse specie animali, ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, il primo caso umano di listeriosi è stato riportato nel 1929, e il primo caso perinatale nel 1936. Nei Paesi occidentali, la malattia si sta rivelando sempre più un importante problema di sanità pubblica. Seppur relativamente rara, infatti, si può manifestare con un quadro clinico severo e tassi di mortalità elevati soprattutto in soggetti fragili quali neonati, anziani, donne gravide e adulti immuno-compromessi.
Inoltre, negli ultimi anni, si sono verificate frequenti epidemie, soprattutto in seguito alla distribuzione di cibo contaminato attraverso le grandi catene di ristorazione. Il batterio può contaminare qualunque livello della catena di produzione e consumo degli alimenti. Può crescere e riprodursi a temperature variabili da 0 a 45 C, tende a persistere nell’ambiente e quindi essere presente anche in alimenti trasformati, conservati e refrigerati.
Gli alimenti principalmente associati all’infezione da listeriosi comprendono: pesce, carne e verdure crude, latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e burro, cibi trasformati e preparati (pronti all’uso) inclusi hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato.
La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (ed è autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica. Le donne in gravidanza di solito manifestano una sindrome simil-influenzale con febbre e altri sintomi non specifici, come la fatica e dolori. Tuttavia, le infezioni contratte in gravidanza possono comportare serie conseguenze sul feto (morte fetale, aborto, parto prematuro, o listeriosi congenita). In adulti immuno-compromesse e anziani, la listeriosi può causare meningiti, encefaliti, gravi setticemie. Queste manifestazioni cliniche sono trattabili con antibiotici, ma la prognosi nei casi più gravi è spesso infausta.
Come difendersi in casa
La migliore strategia di lotta alla listeriosi passa attraverso una efficiente prevenzione, che si può facilmente attuare applicando le generali norme di igiene e attenzione previste per tutte le altre tossinfezioni alimentari: dal lavaggio di mani e posate, alla cottura accurata dei cibi, fino alla pulizia degli alimenti crudi.
Cosa possono fare le aziende. Il contributo di waveco®
La parte di prevenzione maggiore è affidata ovviamente alle aziende produttrici degli alimenti e a tutte quelle aziende che lavorano nell’ambito della distribuzione e trasformazione alimentare e ristorativa. Ad ogni passaggio è fondamentale utilizzare macchinari e mettere in pratica procedure che azzerino i rischi per la salute del consumatore.
Da anni, anche noi di NCG, Next Cooking Generation, lavoriamo in questa direzione: una continua ricerca per la realizzazione di macchinari innovativi per il settore alimentare che permetta a chi li utilizza di avere a disposizione macchine all’avanguardia che prediligono aspetti di funzionalità, risparmio energetico e soprattutto che permettano una completa salvaguardia per la salute del consumatore e il rispetto dell’ambiente.
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Grazie alla maturazione spinta©, un processo che non cuoce l’alimento, possiamo quindi garantire sicurezza alimentare ed inoltre ottenere un alimento che vede triplicare la sua shelf life e preserva re tutte le sue qualità nutrizionali ed organolettiche. Un alimento quindi pronto per essere trasformato a livello industriale oppure distribuito e servito direttamente al consumatore finale.
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