waveco® e umami

18 Dicembre 2017

Il cibo è vita e tutti noi sin da piccoli siamo stati abituati a saper riconoscere i sapori degli alimenti andandoci così a creare le nostre preferenze culinarie.

Grazie alla natura abbiamo nella bocca (e non solo) gli strumenti adatti a percepire i gusti dei cibi che fino agli inizi del secolo scorso la scienza riconosceva ufficialmente solamente in quattro fondamentali; dolce, salato, amaro, e acido (o aspro) e che tutti gli altri sapori derivassero dalla loro combinazione.

La classificazione non teneva quindi in considerazione un altro gusto che da sempre era presente nella nostra alimentazione ma che nessuno fino ad allora ci aveva spiegato come distinguerlo.

Parliamo dell’umami, “saporito” in lingua giapponese e che indica per la precisione il sapore di glutammato. La sua scoperta si deve al Dr Ikeda che nel 1908 isolo per primo questa molecola indicandola come fonte di sapore di un brodo tipico giapponese preparato con le alghe marine “konbu”, i vegetali che contengono i più alti livelli di glutammato in natura.

Da quel giorno è iniziato un lungo iter di ricerca che culminò nel primo simposio internazionale sull’umami avvenuto nel 1985, dove fu riconosciuto scientificamente come “gusto base” perché completamente indipendente dagli altri ed elemento essenziale per il nostro apprezzamento del cibo.

Descritto come un gusto sapido, appetitoso, che lascia una sensazione al palato persistente, l’umami è dunque presente nella nostra alimentazione da secoli anche se la quasi totalità della popolazione non ne è a conoscenza, oppure presenta grandi difficoltà nel riconoscerlo nelle ricette.

Insomma, i tempi in cui qualcuno vi dirà che il suo cibo sa di “umami” sembrano ancora lontani.

DOVE TROVIAMO L’UMAMI

L’umami, come descritto dall’Umami Information Center, viene dal glutammato, il sale dell’acido glutammico (un costituente delle proteine) ed è presente naturalmente in carne, pesce, verdura e prodotti lattiero-caseari.

È particolarmente accentuata la sua presenza nei cibi proteici stagionati o fermentati; quindi per restare nella nostra tradizione culinaria, possiamo pensare a tutti i formaggi stagionati, ai pomodori maturi, i funghi secchi, le olive nere, gli asparagi, la verza fermentata, le acciughe e ovviamente la carne.

WAVECO® E UMAMI

waveco® e la sua innovativa tecnologia della maturazione spinta© ha la potenzialità di andare ad influire sul glutammato e quindi può consentire a rendere gli alimenti più saporiti.

Per certificare questa sua capacità, già da diversi mesi waveco® è oggetto di un approfondito studio da parte della Facoltà di Medicina Veterinaria – Università degli Studi di Teramo che dovrà chiarire come la maturazione spinta© possa influire sulla sapidità di un alimento.

I risultati saranno resi noti nel corso dei primi mesi del 2018; quindi vi invitiamo a restare aggiornati sugli sviluppi di questa interessante ricerca che potrà evidenziare come waveco®, ancora una voltapossa rendere i nostri cibi migliori ed in questo caso più appetitosi.

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